Elba 3 days biking
Finalmente un bel ponte di primavera ci permette di prenderci una breve vacanza !
Il tempo è ancora un po’ incerto. Nei primi giorni prevale il vento e ci aspetta forse una piccola coda d’inverno, ma poi tutte le previsioni sono abbastanza concordi sulla rimonta dell’anticiclone che in Spagna ha portato le temperature in alcune zone fino ai 40° e questo quadro ci suggerisce di portare con noi anche le ebike e di pensare a dove sfruttarle.
Dato che Talamone (wing spot per eccellenza) è il campo base per il week end, Adriana suggerisce di fare un giro all’ Isola D’Elba che non ha mai visto.
In effetti non è lontana, i traghetti non sono carissimi (circa 70 euro a tratta), la navigazione è breve (poco più di un’ora da Piombino) e soprattutto L’ Elba è il paradiso dei biker !
Lasciamo Talamone alle 8 del mattino di martedì e alle 11.30 siamo già parcheggiati nella bellissima Area Camper “Parco delle Dune” sulla spiaggia di Lacona dove ci fermeremo un paio di notti avvolti dal silenzio rotto solo dal fruscio dei rami mossi dal vento di maestrale. Nel pomeriggio faremo un breve trekking verso Capo di Stella raggiungendo Cala Chiara lungo un sentiero che viene indicato come trail pedalabile ma che giudicheremo troppo esposto e stretto per le nostre capacità.
Quello che segue è il racconto (e il relativo video) dei tre giorni passati sull’ Isola toscana, percorrendo con le nostre e-mtb alcuni interessanti itinerari per un totale di circa 100 km.
1 Day – Monte Tambone e Capo di Stella
Lasciamo l’area camper percorrendo la ciclabile lungo la statale che da Lacona porta a Marina di Campo. Dopo un chilometro circa, si svolta a sinistra e ci si immette in una strada sterrata che sale su terreno molto smosso e pietroso (che richiede una discreta tecnica) fino a raggiungere un punto panoramico che si affaccia sul golfo di Lacona. La strada avanza in mezzo a una bassa vegetazione, costituita da ginestre, corbezzoli e rosmarino. Si arriva quindi a un bivio da cui partono tre sentieri; uno porta in vetta, uno al punto panoramico conosciuto con il nome di Caprile di Fonza e uno scende a Marina di Campo.
Raggiungiamo prima la cima da cui godiamo di un bel panorama sul golfo di Campo, le isole di Montecristo e di Pianosa (ma anche il Giglio e la Corsica vista la splendida visibilità della giornata), e sui golfi di Lacona, di Stella e di Porto Azzurro, verso sud-est.
Dopo una breve sosta, ritorniamo al bivio e raggiungiamo il punto panoramico del Caprile (i caprili, sono costruzioni ottenute dalla sovrapposizione di grosse lastre di pietra che servivano da ricovero ai pastori e alle loro greggi).
Riprendiamo la carrareccia in discesa e dopo qualche km voltiamo a sinistra per raggiungere la strada statale che ci riporterà velocemente a Lacona.
Attraversiamo tutta la spiaggia verso est e prendiamo la strada sterrata che porta a Capo di Stella.
La strada è privata ma si può accedere sia in bici che a piedi passando per un tornello.
L’inizio della salita è molto facile; una strada sterrata ombreggiata da alti pini marittimi porta rapidamente ad un anello dal quale si raggiunge il punto panoramico attraverso un single track davvero suggestivo e anche abbastanza esposto ! Per fortuna gli arbusti fanno da cornice al sentiero e consentono di superare le vertigini della vista sullo strapiombo.
Raggiunto il punto panoramico preferiamo tornare per la stessa strada. La parte di sentiero ad anello che dovremmo percorrere è ben visibile e ci rendiamo conto che è troppo esposta e tecnica e forse più adatta ai trekker. Comunque Capo di Stella come anche il Monte Tambone offrono una gran quantità di single track “enduristici” classificati comunque difficili e quindi sicuramente più adatti a chi ha esperienza e tecnica e voglia di prendersi qualche rischio in più.
Day 2 – Capoliveri bike park
É il giorno giusto per andare a Capoliveri. La giornata è magnifica, la temperatura perfetta e il vento è calato.
Ci spostiamo con il camper e ci fermiamo nel parcheggio del cimitero di Capoliveri. C’è anche un parcheggio più grande subito oltre il cimitero ma stanno allestendo il mercato per cui troviamo posto nello slargo qualche centinaia di metri prima.
ll Bike Park di Capoliveri è una vera e propria palestra naturale nel fantastico scenario del Monte Calamita che si sviluppa per più di 100 km di sentieri e strade.
È composto da 10 trail permanenti, di cui 5 ad anello, che si differenziano per difficoltà e lunghezza, e 5 discese, denominate Enduro, che partono dalla vetta più alta del promontorio, terminando in vari punti lungo la costa. I percorsi Enduro sono segnalati con cartelli viola e contraddistinti da un numero da 1 a 5, i percorsi ad anello sono segnalati da un colore e da appositi cartelli che indicano il nome e la direzione da seguire.
Noi optiamo per un percorso la cui traccia (classificata “facile”) è reperibile sul sito “infoelba”.
Si parte appunto da Capoliveri e lungo la statale che aggira il promontorio in senso antiorario raggiungiamo con gran facilità e riscaldandoci le “Ripe Alte” passando davanti al Museo della miniera Calamita.
Da lì il percorso si fa decisamente interessante e attraverso un lungo single track costiero di circa 8 km, con bellissimi affacci su Porto Azzurro, aggiriamo il monte Calamita fin quasi a tornare a Capoliveri.
Un sentiero ripido in salita (classificato “Enduro” ma in senso inverso) ci porta dopo numerosi tornanti di nuovo quasi in vetta.
Seguiamo la carrareccia e dopo qualche km siamo all’inizio del single track più tecnico del nostro percorso, quello che attraverso Poggio Polveraio scende nella zona della miniera.
E’ anche la parte più suggestiva, dove le rocce rosse e il terreno ocra della miniera contrastano con il verde della vegetazione e il blu intenso del mare sottostante. Sembra di essere in un canyon americano e abbiamo la fortuna di essere anche soli immersi in questa natura suggestiva.
Dopo una breve sosta al museo della Miniera torniamo al camper davvero soddisfatti e sicuri che torneremo presto da queste parti per esplorare altri sentieri.
Day 3 – Procchio – Enfola – Porto Ferraio – villa San Martino
Ci siamo spostati da Capoliveri a Procchio. In questo periodo è facilissimo spostarsi all’ Elba, ci sono poche strade ma anche poco traffico e le distanze sono irrisorie.
Ci fermiamo all’area di sosta “La Perla”, molto bella e con servizi ottimi, direttamente sulla spiaggia di Procchio.
Il tempo sta cambiando purtroppo e si avvicina una nuova perturbazione che sembra porterà pioggia nel week end.
Abbiamo ricaricato le batterie e siamo pronti per questo nuovo giro. Il percorso che ho studiato è più lungo dei precedenti ma decisamente più facile e prevede anche qualche tratto di statale (per fortuna moto larga e poco frequentata).
Lasciata l’area sosta percorriamo la strada lungo la spiaggia che attraverso un sentiero che serve alcune ville, porta ad una stradina secondaria che si inerpica ripidissima sul promontorio che separa la spiaggia di Procchio da quella di Scaglieri. In vetta troviamo un cancello che inizialmente ci fa pensare che l’unica soluzione sia tornare indietro. Per fortuna notiamo un varco tra gli arbusti e capiamo che un centinaio di metri prima è possibile entrare nel bosco e aggirarlo.
La strada prosegue e porta alla statale che collega Procchio con Portoferraio.
Sono solo pochi km di asfalto perché dal bivio che scende a Scaglieri parte una lunga e bellissima carrareccia immersa nel bosco (conosciuta come “via del Rosmarino”) che sbuca direttamente ad Acquaviva, tra Enfola e Portoferraio.
Da Acquaviva giriamo a sinistra e dopo qualche km siamo alla base di Capo d’ Enfola, la nostra meta odierna, una riserva naturale che rientra nel Parco Nazionale dell’ Arcipelago Toscano.
Un istmo di terra collega l’isola al Monte Enfola (135 m), creando una delle più suggestive penisole elbane e dando origine a due spiagge contrapposte.
Ampi tornanti su una strada pedonale sterrata ci portano in vetta. Lungo la salita è possibile scorgere alcuni ruderi bellici, resti di un imponente sistema difensivo risalente alla Seconda guerra mondiale, alternati a sorprendenti scorci panoramici: a ovest sul golfo del Viticcio fino addirittura a Sant’Andrea e a est sulle spiagge bianche di Portoferraio, il canale di Piombino e il continente.
Arrivati quasi in cima al promontorio, sulla destra si trova l’ingresso di una galleria, anch’essa facente parte dei resti delle fortificazioni della Seconda guerra mondiale.
Proviamo ad entrare ma il cellulare non fa abbastanza luce per cui ci fermiamo dopo qualche decina di metri.
Adriana si ferma a gustarsi il panorama e a riposare e io a piedi completo il giro del capo su un sentiero non adatto alle mtb.
Raggiungo un punto panoramico a nord dove un sentiero scende verso le falesie a picco sul mare che ricordano gli scogli di Capo Testa in Sardegna. Il panorama è stupendo e consente di vedere in lontananza l’isola di Capraia.
Completato il giro, ritorniamo in sella e dopo una veloce discesa ci dirigiamo a Portoferraio.
Gironzoliamo per i moli e per i vicoli, salendo fino alla Fortezza e dopo esserci fermati per un breve spuntino, proseguiamo prendendo la statale per raggiungere San Martino e vedere (almeno da fuori) la residenza “esterna” di Napoleone (l’altra l’avevamo vista nel centro storico alto di Portoferraio).
In seguito alla disfatta dell’esercito francese a Lipsia ed al successivo trattato di Fontainebleau Napoleone fu costretto ad abdicare il 4 aprile 1814. Poiché il trattato prevedeva una rendita vitalizia a suo favore e la sovranità sull’isola d’Elba, l’ex imperatore arrivò a Portoferraio la sera del 3 maggio 1814. Napoleone riattivò i commerci e le attività estrattive, intraprese migliorie stradali e favorì lo sviluppo dell’agricoltura e della pesca ma dopo neppure un anno lasciò l’isola d’Elba per tornare in Francia con l’intento (poi naufragato) di riconquistare il potere.
Qualche foto di rito e torniamo sulla nostra strada. Da San Martino passa una rete di sentieri (tra cui uno intitolato proprio a Napoleone) che salgono fin sopra la dorsale che attraversa l’isola per poi scendere verso Lacona e Marina di Campo. Abbiamo le batterie con poche risorse, siamo al 3 giorno consecutivo di sentieri ed è troppo tardi per rischiare una strada poco battuta, per cui preferiamo rientrare con lo stesso percorso dell’andata.
La giornata si conclude con un bel volo con il mini (non perdetevi il video) sulla spiaggia di Procchio e con una buona cena a base di pesce nel ristorante sul mare che porta il nome della stessa area sosta.
Il tempo è cambiato repentinamente e una grossa perturbazione ha vinto la sua battaglia sull’anticiclone. E’ prevista pioggia e non potendo girare in ebike non resta che anticipare il rientro di un giorno per andare a raccogliere almeno un po’ di scirocco a Talamone prima di tornare definitivamente a Roma.
E’ stato solo un assaggio ma ne abbiamo tratto una buona esperienza che ci ha fatto comprendere come muoverci, quanto c’è da vedere e girare in bici e come sono le strutture ricettive per i nostri mezzi outdoor.
Torneremo quindi, (sempre rigorosamente in bassa stagione), magari a fine settembre, con la possibilità di poter alternare la bici a qualche bagno nelle acque cristalline di questa perla del Mediterraneo, in un periodo in cui il mare conserva un po’ di calore accumulato durante l’estate.