Bretagna 2007
La Francia, lo avrete capito, è una delle nostre mete preferite per le vacanze estive, specie se le stesse devono essere usufruite nel caotico e caldo mese di agosto. Ed allora rieccoci qua con una nuova avventura da raccontare e con delle nuove emozioni da trasmettere. La meta prescelta è la Bretagna (costa ovest e nord ovest), regione da noi già visitata nel settembre 2005 (vedi relativo diario) ma non sufficientemente vissuta. In quella occasione dovevamo portare a termine un tour che comprendeva anche la Normandia e la costa nord orientale della Bretagna in sole 2 settimane troppo poco per apprezzare le immense spiagge, la moltitudine di baie e i pittoreschi villaggi di questa splendida terra. Ci torniamo e con 3 settimane di tempo, la determinazione di non “correre” e la volontà di fermarci il tempo necessario nei luoghi più belli.
Come sempre con noi le tavole da windsurf, le mountain bike, la mountain board, e i body board, insomma tutti i “giocattoli” sfruttabili da quelle parti. Condivideremo il viaggio con Marco, Federica e Ilaria, conosciuti grazie a questo sito e che si riveleranno dei fantastici compagni di viaggio.
Sabato 4 agosto – Loira
Giornata di trasferimento l’obiettivo è raggiungere la Loira per spezzare il viaggio con la visita di qualche castello. Ieri ci siamo avvantaggiati partendo verso le 17 da Roma per pernottare dalle parti di Alessandria il viaggio è andato liscio e gli orari ci hanno fatto evitare i vari ingorghi del grande esodo. Sveglia alle 6 ed alle 8.30 passiamo il Monginevro e ci fermiamo a fare colazione a 1800 metri a Briançon. La discesa verso Grenoble si presenta spettacolare dal punto di vista paesaggistico, ma impegnativa sotto quello della guida. Per fortuna non c’è traffico e con un po’ di impegno alle 20 siamo a Bracieux, piccolo villaggio tra i castelli di Chambord e Cheverny. Entriamo nel camping del paese, molto attrezzato (c’è persino la piscina) ed affatto caro (circa 20 euro al giorno), nonostante la posizione strategica al centro di un crocevia di piste ciclabili che collegano almeno 4 castelli.
Domenica 5 agosto – Chambord
Ci svegliamo con comodo, e dopo un’abbondante colazione nel verde del campeggio tiriamo giù le biciclette per raggiungere il castello di Chambord (circa 8 km). Ci procuriamo la mappa delle piste ciclabili presso l’ufficio del turismo antistante il camping e partiamo per la nostra prima uscita della vacanza. Il tempo è bello e fa molto caldo un cartello messo male ci farà moltiplicare il percorso per tre e con non poca fatica, e qualche puntura di tafano raggiungiamo il castello attraversando completamente per ben due volte la foresta demaniale che lo circonda. Chambord è sicuramente il più imponente tra i castelli della Loira. Sostiamo per una merenda sul prato antistante la facciata e torniamo al camping per un tonificante bagno in piscina. A Bracieux c’è la sagra delle “grenouizelles” vocabolo che non conosciamo, ma dal manifesti si capisce che si tratta di rane. Non possiamo farci mancare questa esperienza alimentare, per cui raggiungiamo il parco pubblico e ci buttiamo tra la folla festante e nel sottofondo musicale caratteristico di fisarmonica e chitarra ci mettiamo in fila per acquistare la nostra porzione di raganelle. Se si supera la resistenza di addentare delle piccole rane, per divorarne glutei e coscette, si potrà apprezzare un gusto prelibato a cavallo tra il pollo ed il pesce. Comunque, tornati al camper, “du spaghetti” non ce li toglie nessuno !
Lunedì 6 agosto – Azay le Rideau
Ci svegliamo con la pioggia, ma per noi tanto sarà tappa di trasferimento. Puntiamo sul castello di Azay le Rideau, forse il più scenografico tra quelli della Loira arriviamo per pranzo e dopo un breve spuntino andiamo a visitarlo (nel frattempo ha smesso di piovere ed è pure uscito il sole). Il castello è circondato dal fiume Idre è si riflette nelle sue acque. Gli interni non valgono la visita, ma per accedere al giardino è necessario pagare il biglietto completo (7,50 euro solo gli adulti).
Ripartiamo verso le 18 ed alle 21 arriviamo sull’oceano. Un vero colpo di fortuna ci porta a Pen Lan nei pressi di Billiet, seguiamo le indicazioni per il mare e troviamo un parcheggio gratuito per camper sulla punta di una scogliera al cospetto di uno splendido tramonto. Un posto magico, (e siamo appena arrivati) il cielo è stellatissimo e ci attende una notte silenziosa e riposante
Martedì 7 agosto – Morbhian
Ci svegliamo con comodo, (i ritmi sono rallentati e ci vogliamo godere la vacanza senza stress) io, Marco e Federica facciamo colazione su un tavolo da picnic attrezzato sulla scogliera di fronte all’ oceano. C’è un bel sole e decidiamo di andare a visitare l’isola di “Moyen” si tratta di una piccola isola (lunga circa 7 km) al centro del golfo di Morbhian (piccolo mare). Ci rechiamo con i camper a Port Blanc (dove c’è l’imbarcadero) e dopo aver fatto i biglietti per noi e per le nostre bici (rispettivamente 4 e 3 euro), attrezzati per l’eventuale pioggia e con il pranzo al sacco, ci trasferiamo sull’ isoletta.
Ci sono delle piste ciclabili e sentieri costieri pedonali il tempo è molto variabile e sovente arrivano degli scrosci d’acqua che ci costringono a delle soste di fortuna. La più divertente sarà all’ interno di un dolmen, in compagnia di un’altra famiglia di francesi. Abbastanza umidicci, dopo 4 ore di bike sull’ isoletta ci imbarchiamo per tornare ai camper e dopo una veloce doccia calda ed un tè con i biscotti ci spostiamo per la nostra meta successiva. Alle 21 siamo parcheggiati quasi sulla spiaggia, immersi in un tramonto dai colori pastello nella presq’ ile del Quiberon
Mercoledì 8 agosto – Quiberon
Il sole splende alto già alle 8 e appena ci affacciamo al di là della duna (50 mt.) ci sono già almeno una ventina di surfisti in azione. Le onde non sono alte ma sono regolari ed invitanti. Dopo un tentativo (mal riuscito per aver mal valutato da lontano la compattezza della sabbia) di fare un giro con il wind skate, prendiamo i surf da onda ed i body board e ci fondiamo in mare. Due ore e sono tutto un dolore, ma felice di aver provato per la prima volta (e con qualche take off ben eseguito) il long board di Marco.
Giovedì 9 agosto – Cote Sauvage
Sin dalla mattina si capisce che non sarà una giornata da surf le onde sono regolari ma molto piccole ed in acqua c’è solo la scuola locale di surf il vento non è sufficiente per uscire in windsurf ed allora ci dedichiamo ai racchettoni e all’ abbronzatura (per fortuna almeno il sole non manca) nel frattempo Federica ed i bimbi faranno almeno mezzo chilo di telline (di generose dimensioni) che accompagneranno degli ottimi spaghetti per cena. Nel pomeriggio io e Marco, tanto per mantenerci allenati ci spariamo una trentina di km in mountain bike facendo tutto il giro della penisola del Quiberon e pedalando lungo le scogliere della “cote sauvage”.
Come previsto dalla “legge di Murphy”, la nostra gita in bici corrisponde ad un contemporaneo aumento del vento nulla di eccezionale, direzione on shore (tipo il libeccio da noi) una dozzina di nodi abbondanti che mi avrebbero consentito di planare con la 6.8 va bene… fa parte del gioco, ma il vento non si spreca, e appena tornati al camper, avendo constatato che c’erano ancora una decina di nodi e che la marea aveva lasciato centinaia di metri di battigia tutta per noi, spendiamo un paio d’ore sino al tramonto scorrazzando con lo skate a vela (ed anche con il kite) per l’ immensa spiaggia. Torneremo al camper per cena, stanchissimi ma soddisfatti verso le 21.30
Venerdì 10 agosto – La Torche
Sveglia presto, (neanche tanto) lasciamo il Quiberon diretti alla spiaggia di La Torche, una ottantina di km più a nord. Ci fermiamo al Decathlon di Lorient per fare un po’ di shopping ed alle 13 siamo in spiaggia con surf e body board. La spiaggia è davvero molto bella la sabbia è fine e bianchissima ed il mare molto trasparente con riflessi smeraldo. Le onde non superano il metro, ma sono potenti e regolari in acqua c’è un super affollamento e spesso si vedono anche 8 surf sulla stessa onda. Tutti in acqua! prima i ragazzi e poi noi per un paio d’ ore davvero divertenti. Poi la stanchezza ed il vento fresco ci ricordano che ormai sono le 19 ed è ora di tornare ai camper per una doccia calda e per la cena. Intanto con la bassa marea ed almeno 12-13 nodi di vento sfrecciano sulla spiaggia buggy e carri a vela, mentre un gruppo di persone si gode il tramonto cavalcando lungo le dune.
Dopo cena ci concediamo una carissima crepe al bar di fronte alla spiaggia.
Sabato 11 agosto – La Torche surf
Un’altra giornata piena a La Torche oggi il vento è da terra e le onde sono perfette, superiori al metro di altezza e veramente “glassy” una giornata ideale, con un sole mediterraneo, ci consentiranno bagni e surfate a ripetizione (i ragazzi staranno in acqua con il body board ed il mutino, sotto i vigili occhi di almeno 5 bagnini per più di un’ora). La giornata finisce con una passeggiata in bici per fare un po’ di spesa e poi ad un vicino camper service per gli scarichi ed il pieno d’ acqua (2 euro)
Domenica 12 agosto – Point du Raz – Crozon
Dopo un’abbondante colazione ci dirigiamo verso Point du Raz attraversiamo la cittadina di Audierne e ci fermiamo un’oretta a passeggiare tra la bancarelle del mercato settimanale lungo le sponde del porticciolo. Come al solito il nostro shopping è particolarmente orientato verso i prodotti agro-alimentari e torneremo ai camper con una buona scorta di salumi e formaggi locali.
Pointe du Raz non è più come me lo avevano raccontato, (un amico torinese mi narrava della sua prima volta lì alla fine degli anni 80 quando rimase sorpreso per la presenza nel “nulla” della natura di una efficientissima cabina telefonica) ora c’è un ampio ed organizzato parcheggio con un centro informazioni, ristoranti, creperie e negozi di souvenir. Ciò nondimeno la natura rimane incontaminata e la vista che si gode dopo aver camminato su un comodo sentiero per circa 20 minuti è di quelle che non si possono dimenticare. Le falesie si protendono nel mare altissime, le forti correnti e i numerosi fari rievocano antichi naufragi, (non è casuale la presenza di una statua dedicata alla “Notre Damme de Naufrages”) all’orizzonte una piccola isola, pare abitata da circa 260 coraggiosi nonostante si elevi di solo 1,5 mt. sul livello del mare.
Lasciamo Point du Raz e ci fermiamo solo un attimo per vedere la Baia dei Trapassati (si chiama così perché anticamente da lì partivano le barche che portavano le salme dei Druidi alla vicina isola per la sepoltura) non c’è parcheggio e le onde non sono belle per cui proseguiamo. Percorriamo la costa nord della penisola del Finisterre e ci lasciamo alle spalle Cape Sizun. Attraversiamo la splendida Douarnenez e raggiungiamo la locale spiaggia. Anche lì (d’altra parte è domenica 12 agosto) non è facile parcheggiare c’è vento ma decisamente on shore e molta gente in acqua a fare il bagno nonostante il freddo intenso.
All’ unanimità decidiamo di soprassedere da una “forzata” surfata e di raggiungere la vicina penisola del Crozon. Ci sono due spot famosi nel Crozon e sono rispettivamente la Palue e la Goulien è tardi (sono le 20) ma li vogliamo vedere entrambi per decidere dove sostare. Incontriamo qualche difficoltà per trovare la Palue (non riportata neppure sul navigatore) da Morgat ci dicono di seguire le indicazioni per Cape du Chevre e dopo pochi chilometri, ma molto impegnativi a causa della stretta strada raggiungiamo un parcheggio sterrato su uno degli scenari naturali più belli tra quelli visti in Bretagna.
Si potrebbe anche dormire lì, (molti i surfisti anche con tendine di fortuna), ma il posto è scomodo e per raggiungere la spiaggia bisogna camminare un bel po’. Ricordo che a la Goulien c’è un camping sulla spiaggia ed optiamo per questa soluzione. Quando arriviamo (sono ormai le 21) il piccolo camping (per altro strapieno) ha chiuso la sbarra e quindi ci fermiamo a dormire lungo la spiaggia.
Ma la giornata per me non è ancora finita, (d’altra parte il sole tramonta tardi e c’è luce sino alle 23) approfittando della bassa marea e di un vento costante di una decina di nodi mi concederò un “sunset” scorrazzando lungo la spiaggia con il kite e la mountain board, emozioni che difficilmente potrò dimenticare.
Lunedì 13 agosto Crozon – Cape Dinan
Giornata soleggiata, ma inferiore alle aspettative poco il vento, assente l’onda ci riposeremo giocando a bocce e con il kite. Federica ed Ilaria invece opteranno per un trekking sino a Cape Dinan per godere della vista sulla baia. Le previsioni per l’indomani sono pessime e allora decidiamo di spostarci a Brest per visitare il più grande acquario d’ Europa, “Oceanopolis”.
Usciti dal Crozon ci fermiamo Le Faou per visitare l’antico villaggio che ancora conserva antichissime case dai tetti caratteristici e per cenare. Arriviamo ad Oceanopolis verso le 23 ed i cancelli del parcheggio sono chiusi (anche se molti sono i camperisti che si sono fatti chiudere dentro per la notte). La perturbazione sta arrivando, il vento è forte e piove troviamo un parcheggio con molti camper nelle vicinanze e ci fermiamo lì
Martedì 14 agosto – Brest
Meno male che Federica ci ha convinto ad entrare presto. Infatti, in considerazione della tempesta che si sta scatenando fuori, tutti i turisti della Bretagna si nono riversati all’ acquario e all’ uscita, sotto una pioggia torrenziale e con 40 nodi di vento ci sarà ancora gente in fila all’ esterno per l’acquisto dei biglietti (10 euro i bambini 15 gli adulti). L’ acquario è bello, soprattutto il padiglione tropicale, non troppo diverso da quello di Genova. Manca però di organizzazione e di “stile”. I commenti e le didascalie sono solo in lingua francese e la mappa consegnata con i biglietti è assolutamente carente di informazioni (soprattutto non riporta gli orari in cui vengono serviti i pasti agli animali, una delle attrattive maggiori per i nostri ragazzi).
Lasciamo Brest diretti a Roscoff che raggiungeremo in serata per assistere all’ ennesimo tramonto sulla sua rada dopo una breve sosta a Saint Teghonnec per visitare l’antico “Calvario”
Mercoledì 15 agosto – Roscoff
Giornata dedicata a Roscoff che esploreremo in bici. Anche qui è giorno di mercato. La marea in questa zona è molto forte ed oggi il suo coefficiente è molto elevato. La rada si svuoterà in meno di due ore ed un paio di surfisti saranno costretti ad abbandonare le loro planate per non rimanere “a piedi”.
Dopo pranzo andiamo a piedi nella baia a raccogliere le vongole. Ce ne sono decine ed in meno di mezzora, (purtroppo molto umida dato che saremo sorpresi da un temporale), ne avremo raccolte almeno un paio di kg.
Gli spaghetti sono assicurati ed allora ci spostiamo nella baia di Dossen (da me esplorata in mattinata in bici), spot tra i più famosi della Bretagna. Entriamo nello spartano ed economico camping municipale (10 euro a notte) subito dietro la duna che lo separa dalla spiaggia. C’è vento (almeno 17 nodi decisamente on shore), le onde non sono inferiori al metro e mezzo e fuori ci sono una decina di windsurf ed altrettanti kite, ma l’orario e soprattutto il freddo (veramente esagerato per la stagione) ci dissuadono dal montare
Giovedì 16 agosto – Dossen
Il tempo non è male, anche se il vento non è sufficiente rispetto al mare abbastanza mosso lo spot non è adatto al surf da onda infatti il vento on shore alza onde di dimensioni generose, ma molto ravvicinate tra loro e assolutamente irregolari.
Mi reco alla vicina scuola di vela e prenoto due “carri a vela” per le 14.30 (primo turno con la bassa marea) uno per me l’altro per Marco (costo 17.50 euro a persona). Siamo fortunati perché erano gli ultimi due liberi. Alle 14 siamo già alla scuola, ci danno i caschi ed alcune istruzioni e dopo poco siamo in pista (tracciata con dei birilli sulla spiaggia) per l’ora più “adrenalinica” dall’ inizio della vacanza ci sono una decina di carri in azione, tutti pilotati da gente esperta il vento è sui 16 nodi e si va spesso su due ruote qualcuno scuffia (senza gravi conseguenze) e i sorpassi sono continui. Marco, sebbene alla prima esperienza dimostra di saperne di vela ed in meno di 10 minuti è all’altezza del gruppo sopra tutti una famiglia di inglesi, veramente spericolati ed a tratti anche pericolosi (uno di loro si scontrerà anche con Marco salendogli con una ruota sul carretto) tutti veramente molto bravi e veloci.
Devo ammettere che se questo sport si potesse praticare dalle nostre parti non esiterei a vendermi tutta la roba da windsurf per comprare un carro a vela.
Nel pomeriggio io ed Adriana faremo un bel giro in bicicletta (circa 30 km) per visitare St. Paul de Leon e la sua baia. Al ritorno trovo Marco con la muta e la vela montata per entrare in acqua il vento è poco, ma vuole provare. Lo aiuto a portare l’attrezzatura in spiaggia e corro a prendere il kite e la mountain board. Marco non plana e rinuncia quasi subito, io riuscirò a fare kite sulla spiaggia per un’oretta, poi la marea montante non lascerà spazio di manovra sufficiente e dovrò smontare tutto. Nel frattempo Adriana e Federica non saranno state con le mani in mano ed avranno cucinato le vongole di Roscoff che allieteranno accompagnate da un freddissimo Sauvignon la fine di questa splendida giornata
Venerdì 17 agosto – Kermerio – Gussiny
Lasciamo presto il camping e ci dirigiamo ad ovest ci fermiamo per una rapida visita, prima alle dune di Kermerio, poi alla spiaggia di Gussiny ed infine raggiungiamo la spiaggia di Landedà. Troviamo un comodo parcheggio subito prima della duna. Anche questo è uno spot che avevamo selezionato prima della partenza assieme agli altri (Dossen, Guisseny e Treompan – quest’ ultimo non visto per mancanza di tempo) come gran parte degli spot del nord si rivelerà ventosissimo, anche se molto protetto e pertanto privo di onde.
La baia è praticabile solo con l’alta marea (ricordatevi sempre di procurarvi i piani delle maree negli uffici turistici della zona – le maree hanno orari differenti da zona a zona anche a soli 100 km di distanza) si tocca quasi sempre ed è un paradiso per chi deve progredire e soprattutto per i kiters. Con la bassa marea si possono praticare tutte le attività da trazione terrestre (buggy soprattutto) in uno scenario lunare, tra isolotti ricoperti da decine di tipi di alghe diverse.
Qui la natura è veramente incontaminata ed il posto non ha affollamento neppure in pieno agosto. Per cena, con un solo camper raggiungiamo un vicino porticciolo e ceniamo in un ristorante molto carino e con un rapporto qualità prezzo ottimo (per la Francia). Dalla costa si vede il faro della Vergine (il più alto d’ Europa) e all’ interno del ristorante potremmo osservare alcune splendide foto scattate a windsurfers intenti a surfare onde perfette di almeno 5 metri proprio a ridosso del faro
Sabato 18 agosto – Landedà
Come previsto ci svegliamo con un bel vento sui 25 nodi e non resistiamo alla tentazione di entrare in acqua nonostante la pioggia battente. La marea è al massimo e la baia è tutta allagata. Il vento all’inizio è molto rafficato (le poche foto che Adriana ci scatterà prima di dover scappare in camper a causa della pioggia non rendono giustizia alle due ore di surf che ci aspetteranno) con la 4.3 si vola ed il fondale basso dà molta sicurezza. Insomma un’uscita invernale in piena estate, (forse il gusto è stato anche questo). Si smonta sotto l’acqua, una rapida doccia e partiamo diretti a sud ormai è quasi ora di pranzo; obbiettivo raggiungere in serata la Rochelle. Il viaggio sarà tutto sotto la pioggia e per noi l’unica sosta sarà quella al Leclerc per riempire la cambusa
Domenica 19 agosto – Ile d’ Oleron
Al mattino il tempo è ancora brutto alle 10 abbiamo passato il ponte che divide l’Ile de l’ Oleron dal continente. Basta una breve sosta al locale ufficio turistico per capire che l’isola ha veramente molto da offrire. Spiagge con onde ed altre riparate dalle correnti atlantiche, graziosi porti turistici che basano la loro economia sulla coltivazione delle ostriche, innumerevoli piste ciclabili ed attività di tutti i tipi.
Una veloce puntata alla grand plage (la spiaggia più grande dell’isola) e ci rendiamo conto che la giornata non è da mare (almeno per chi non fa surf) vento forte, un po’ di pioggia e onde altissime ci dirottano all’ interno. Il tempo migliora rapidamente e decidiamo di portare i ragazzi al Parc Aventure per farli muovere un po’ dopo le tante ore passate in camper. Ci arrampichiamo sugli alberi per più di tre ore assicurati da imbracature da alpinista e 2 moschettoni per Ariane ed Ilaria non sarà facile convincersi a lanciarsi nel vuoto scivolando su un cavo lungo 130 metri con i due moschettoni attaccati ad una carrucola. Il divertimento è assicurato per tutti anche per Adriana nonostante qualche vertigine.
In serata andiamo a Chateaux de l’Oleron dove troviamo una silenziosa area di sosta nei pressi dello stadio del tennis. Una veloce passeggiata alla Cittadella medievale da cui si gode di una splendida vista sul mare e su Fort Boyard (una fortezza in mezzo all’ oceano usata in passato come prigione) e poi tutti a cena ai camper
Lunedì 20 agosto – Oleron
Altra giornata di pioggia, (le cose si mettono male e l’umore generale comincia un po’ a scendere) non solo, le previsioni non sono affatto confortanti sta arrivando un fronte “pesante” che lascerà spazio al sole solo dal giovedì successivo. A questo punto commettiamo l’unico errore di valutazione della vacanza decidiamo di fare un giro a nord dell’isola per vedere le onde e se ci sono surfisti all’ opera e poi di anticipare il ritorno per spostarci a Leucate. In realtà sono solo 20 km, ma piovendo probabilmente tutti hanno avuto la stessa idea ed il traffico è notevole. Dopo aver percorso la via delle “ostriche” con ovvio acquisto di due dozzine del prezioso mollusco (circa 7 euro!), pranzeremo a ostriche e salmone al faro dello Chassiron sotto il diluvio di onde neppure l’ombra anche perché con la bassa marea le stesse frangono lontanissime da riva.
Ci fermiamo ancora un attimo alla “Plage Oceano” dove con raffiche di oltre 35 nodi e sotto una pioggia torrenziale una decina di windsurf se la spassano nella piatta baia sotto gli occhi vigili di tre (dico 3!!) giovani bagnine. “Rosicando” non poco per l’uscita mancata abbandoniamo l’isola diretti a Leucate.
Ormai è tardi ed è impossibile raggiungere Leucate in serata pertanto dopo esserci persi tra i vitigni del Bordeaux ed aver cenato da Mc Donald (abilmente individuato dall’ attento Alessandro) ci fermeremo a dormire sotto il castello di uno sconosciuto paesino lungo il fiume Lot.
Martedì 21 agosto – verso Leucate
Sveglia prestissimo, perché le previsioni danno tempo in miglioramento e vento di tramontana a Leucate. Qualche centinaio di chilometri e ci fermiamo per la colazione e per concedere a Federica e Marco di fare qualche foto alla cinta muraria di Carcassonne. Alle 11 siamo alla “Mina” e poco dopo in acqua (io con la 4.3 e Marco con la 4.7). Il vento però è rafficato e non si plana sempre. Dopo un paio d’ ore, il richiamo di una calda “carbonara” ci convince ad uscire dall’ acqua. Nel pomeriggio il vento si distende ed arriva sino a 40 nodi noi comunque, stanchi ed appagati lasciamo la spiaggia per portare Arianna e Ilaria a cavallo ed Alessandro a giocare a mini golf
Mercoledì 22 agosto – Leucate
Ci svegliamo con il vento alla Mina già planano con vele piccole e ritenendo che andrà ad aumentare come il giorno precedente, propongo di andare a surfare all’Eole, (spot da me già sperimentato un anno prima), dato che lì il vento entra un po’ meno. La scelta si rivelerà sbagliata infatti il vento (non lo sapevamo) era dato in calo e mentre Arianna e Ilaria ripeteranno l’esperienza del Parc Aventure ed Alessandro ed Adriana si faranno una bella passeggiata in bici, noi strapperemo qualche planata rispettivamente con la 5.2 e la 5.8, per poi tornare alla Mina e scoprire che lì si andava ancora.
Per Marco e Federica è ora di incamminarsi verso casa (loro devono essere venerdì a Roma) e quindi arriva il triste momento dei saluti. Sono stati degli splendidi compagni di viaggio e la loro partenza ci mette un po’ di malinconia (anche perché ci ricorda che anche per noi domani sarà l’ultimo giorno)
Giovedì 23 agosto – Les Barcares
La giornata sembra nuvolosa (ha anche fatto qualche goccia d’ acqua), ma è nostra intenzione sfruttarla sino in fondo. Dopo un” abbondante colazione ci rechiamo a “Les Barcares” (io con il camper ed Adriana con la bici) lì c’è un impianto di “Tele ski” (uno sci nautico trainato da funi che tracciano un lungo percorso nello stagno) e io lo voglio provare. Per 18 euro ti danno la possibilità di girare ininterrottamente (sempre che il fisico regga) per un’ora (in realtà sono più che tolleranti e non ti fermano prima di un’ora e mezzo) mettendoti a disposizione tutto il materiale con cui è possibile scivolare sull’ acqua io comincerò dai familiari sci, per poi provare diverse tavole da wake board e da kite ed anche una strana tavola su cui andare in ginocchio (per altro affatto facile).
Alla fine mi troverò meglio con la tavola da kite e farò molti giri ed anche qualche spettacolare caduta per eccesso di confidenza. E’ ora di pranzo, si è alzato un po’ di vento da mare per cui ci spostiamo alla Franquì. Facciamo una passeggiata sul lungo mare e qualche acquisto nei negozietti di surf e poi mentre il resto della famiglia si riposa io vado in spiaggia con il kite e la mounatin board.
Le condizioni sono perfette, idilliache vento sui 10-11 nodi perfettamente perpendicolare alla durissima “pista” uno spazio infinito su cui correre assieme ad altre decine di pazzi alla guida di buggy, carretti a vela, pattini a rotelle, wind skate (questi ultimi dei veri fenomeni) e persino una buffissima ala a cavallo tra un deltaplano ed un windsurf . Sento il bisogno di condividere questa emozione anche con Adriana ed i ragazzi e corro a prenotare un “carro a vela” biposto (23 euro per 1 ora). Alessandro impazzirà di divertimento a strambare a tutta velocità ed a gestire personalmente la “cazzatura” della randa, Arianna un po’ meno quando per sbaglio investirò a tutta velocità una decina di pozzanghere infangandola da testa a piedi.
Ancora kite sino al tramonto allo stremo delle forze… ora la vacanza è veramente finita e ci aspetta solo il lungo viaggio di ritorno (venerdì sera saremo a Modena e sabato a pranzo a Roma).