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TENERIFE

Dopo Fuerteventura torniamo alla Canarie e questa volta a fine gennaio, probabilmente non il periodo migliore per il vento ma sicuramente quello in cui di più si apprezza lo stacco termico dal freddo inverno del continente al clima sub tropicale di queste isole senza dover affrontare un viaggio troppo impegnativo.

Questa volta la meta prescelta è Tenerife, un’isola che, lo anticipo, ha superato ogni mia aspettativa.

Avevo sentito mille racconti dei miei amici surfisti e windsurfer, sempre carichi di entusiasmo, ma avevo un’immagine dell’isola come di un luogo turistico e prescelto in prevalenza da anziani pensionati europei in cerca di un luogo in cui svernare.

Ammetto che mi sono dovuto ricredere perché, ferma restando la presenza di un turismo di massa, Tenerife si è dimostrata essere una destinazione davvero dalle mille risorse, naturali, culturali e soprattutto sportive.

Cominciamo col dire che con il suo incredibile paesaggio vulcanico Tenerife è un vero paradiso e offre un mix affascinante di colori e contrasti, dalle zone più aride a quelle umide e verdi, dalle fitte foreste al blu dell’oceano.

Il clima in inverno è molto gradevole (noi poi siamo stati particolarmente fortunati avendo trovato una temperatura media di quasi 28° di giorno e 20° di sera contro le medie stagionali più vicine ai 24°), inoltre la costante presenza di vento e onde è in grado di soddisfare sia chi fa sport di “vela” (io sono andato prevalentemente per praticare il wingfoil) che gli amanti del surf o del sup.

Ma c’è da dire che l’isola è frequentata anche da tanti sportivi che approfittano delle condizioni climatiche favorevoli per allenarsi in sport come ciclismo, nuoto e corsa (insomma un paradiso anche per gli atleti di triathlon!)

Il viaggio è iniziato con l’arrivo all’aeroporto di Tenerife Sud con volo Rayan air diretto da Roma (4 ore e mezzo), dove siamo stati subito accolti dal caldo abbraccio del sole.  Dopo aver recuperato l’attrezzatura sportiva abbiamo noleggiato un’auto (io consiglio vivamente la compagnia Autoreisen, ma anche Cicar per le Canarie può essere una buona scelta) e in pochi minuti abbiamo raggiunto El Medano dove il nostro amico Sandro (windsurfer trasferitosi tanti anni fa a Tenerife) ci aveva trovato un’ottima sistemazione a pochi chilometri dallo spot e dal centro.

Le previsioni per il vento non sono delle migliori, è iniziato un periodo di leggera “Calima” con correnti calde Sahariane da est. La soluzione migliore è quella di dedicarsi subito all’esplorazione dell’isola lasciando più tempo per il wing a quando le condizioni meteo diventeranno più favorevoli.

La prima escursione è verso il Nord Est. Con una comoda superstrada si raggiunge in poco più di un’ora la capitale Santa Cruz che attraversiamo vedendo la zona dell’Auditorium senza sostare. Non abbiamo feedback interessanti e vogliamo comunque goderci il mare e visitare la zona del parco di Anaga, senz’altro più selvaggia.

Ci fermiamo quindi per prendere un po’ di sole e fare un bagno alla suggestiva Playa de las Teresitas. La sabbia dorata, il mare turchese e le montagne in lontananza creano uno scenario da cartolina. La spiaggia è protetta dai frangiflutti e il mare è super piatto ma l’acqua troppo fredda per fare un vero bagno per cui (a parte Damiano che si vuole allenare e ha la muta per nuotare) ci limitiamo a passeggiare sul bagnasciuga e rilassarci al sole.

Lasciata Teresitas ci inerpichiamo sulle montagne e raggiunto il valico del Balaidero scendiamo a Taganana sul versante nord.

Lo scenario cambia radicalmente! Qui le montagne si protendono verdi a picco sul mare e lo swell fa infrangere imponenti onde sulle scogliere.

Arriviamo fino alla Playa del Roque de las Bodegas, uno dei luoghi più selvaggi dell’isola e ci fermiamo a goderci lo spettacolo delle onde e dei surfisti che le cavalcano.

Dopo pranzo risaliamo al passo e attraversando una vera e propria foresta che abbiamo scoperto essere una grande risorsa per i biker dell’isola, (ma anche per i cercatori di funghi), siamo arrivati a san Cristobal de la Laguna.

San Cristóbal de La Laguna, conosciuta semplicemente come La Laguna, è una città storica e affascinante dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Le strade acciottolate di La Laguna sono un invito a perdersi tra edifici storici e piazze pittoresche. La città è famosa per la sua architettura coloniale. Gli splendidi edifici risalenti al XVI secolo dalle facciate colorate con le balconate in legno, sono un esempio straordinario dell’architettura ispanoamericana che ormai si riscontra solo in alcuni piccoli paesi soprattutto nel nord.

Il vento latita ma ci sono ottime condizioni per fare surf.

Lo spot più conosciuto è Playa de las Americas a circa 20 km dal Medano.

Playa de las Américas è una rinomata località balneare situata nella parte meridionale di Tenerife, nota per la sua vivace vita notturna, le spiagge sabbiose e le numerose attività di svago.

Il lungomare, noto come “Promenade”, è animato da una vivace atmosfera mentre le strade interne sono destinazione ideale per lo shopping e l’intrattenimento. La zona è ben collegata con numerosi parchi tematici e attrazioni, come Siam Park, uno dei più grandi parchi acquatici d’Europa.

La giornata è stupenda e le onde sembrano pennellate. Affitto una softboard in una delle tante scuole presenti sul lungomare e mi butto per una session di quasi due ore con un metro abbondante di onda super glassy e potente. Non ho molto tempo a disposizione perché le condizioni tendono a peggiorare con l’alta marea. Le onde si avvicinano troppo al reef di roccia vulcanica che separa la spiaggia sabbiosa dal mare e sia surfare che uscire dall’acqua può essere rischioso.

Ci sono molti picchi buoni ma alcuni sono solo per i locals quindi è bene informarsi bene prima di entrare in acqua e trovarsi a discutere.

Dopo una giornata di mare dedicata al surf si torna a esplorare l’isola. Oggi tocca alla costa Nord Ovest.

La prima sosta è a Los Gigantes. Queste scogliere di roccia lavica (che i primi abitanti di Tenerife chiamavano la “muraglia dell’inferno” credendo che rappresentassero la fine del mondo), si ergono dal mare verticali e imponenti fino a un’altezza di oltre 600 metri. Si tratta di un vero spettacolo della natura. Nonostante un po’ di foschia, il contrasto tra il blu profondo dell’oceano e il color ruggine delle rocce vulcaniche rappresenta una delle visioni più belle dell’isola.

La nostra escursione procede verso Il villaggio di Masca. Per raggiungere questo villaggio sperduto è necessario percorrere una strada davvero impegnativa, stretta e tortuosa, all’interno del parco rurale del Teno. Si accede da Santiago del Teide dove inizia una prima salita che porta ad un passo da cui si gode di una vista incredibile. Lungo la strada ci fermiamo più volte nei punti panoramici perché lo scenario sulle gole è davvero unico. Giunti a Masca riusciamo a parcheggiare con difficoltà lungo la strada a quasi un chilometro di distanza. Non ci sono molti parcheggi e quelli disponibili non sono sufficienti considerando che, nonostante la pessima strada, Masca è diventata una delle mete imperdibili per il turista in visita a Tenerife.

Il paesino è molto scenografico, ricorda molto i paesaggi peruviani, ma non ha molto da offrire a parte una caffetteria e una chiesetta spoglia. Chi ha tempo e voglia però da lì può affrontare un lungo e non semplice trekking fino al mare, dove gli organizzatori attendono con una barca. Con un’oretta di navigazione si rientra così al porto di Los Gigantes potendo così osservare da vicino le imponenti scogliere.

Riprendiamo la guida e seguendo sempre la strada tortuosa scendiamo a Buenavista Norte. Qui ci si immerge nell’atmosfera più autentica di Tenerife. I villaggi pittoreschi come La Orotava e Garachico con le loro strade lastricate e le case colorate, sono senz’altro più autentici e meno turistici rispetto a quelli della costa sud.

Garachico era un fiorente porto finchè una colata lavica non l’ha completamente sepolto ai primi del 1700. Oggi la cittadina è famosa per le pozze del “Caleton”, immense piscine naturali in cui poter fare il bagno per poi rinfrescarsi prendendo un aperitivo in uno dei tanti locali lungo il mare. Dopo una breve sosta per il pranzo e dopo aver fatto una breve ripresa con il drone partiamo per l’ultima tappa della giornata.

Icod de los Vinos  è conosciuta per la presenza di uno degli esseri viventi più anziani del pianeta, il Drago Millenario. Si tratta della Dracena Millenaria (Dracaena draco), un albero dichiarato monumento Nazionale nel 1917 e al quale si attribuisce un’età di circa 800 anni. Dopo aver visitato il parco del Drago facciamo due passi nel paesino dove troviamo anche un simpatico magazzino specializzato in prodotti derivati dal platano (la banana).

La strada del rientro è lunga e decidiamo di seguire i consigli del navigatore che suggerisce di utilizzare l’autostrada verso Puerto de la Cruz che, pur allungando il percorso di oltre 40 km, è sicuramente la via più veloce rispetto alle tortuose strade di montagna che attraversano il Teide.

Il vento si è fatto attendere qualche giorno ma alla fine è arrivato e mi ha permesso di volare sull’oceano. Il vento dominante sulla costa sud è il nord est che non di rado soffia davvero molto forte con raffiche anche di oltre 30 nodi. Gli spot più famosi sono concentrati proprio intorno al Medano. Per il wing uno degli spot migliori è playa de la Jaquita a est del Medano poco prima del Cabezo. L’accesso è comodo su sabbia e il vento in genere un po’ rafficato nei primi 100 mt per poi distendersi non appena superata la punta.

Il Cabezo, al centro  tra la Jaquita e il Medano, è lo spot più famoso dell’isola (tappa della world cup di windsurf) ma consentito solo ai windsurf; d’altra parte il fondale pieno di rocce neppure si addice ai lunghi piantoni dei nostri foil.

Poco a ovest del paese, raggiungibile in macchina ma anche a piedi dal lungomare, si trova la playa del Medano, dove, per chi volesse affittare l’attrezzatura, c’è anche il fornitissimo centro Duotone.

L’affollamento in acqua al Medano è superiore ma si tratta di uno spot molto sicuro e sabbioso, sicuramente uno dei pochi dell’isola con queste caratteristiche. Alla fine della spiaggia, la montagna Roja separa il Medano da playa Tejida, un’altra soluzione da tenere in considerazione oltre al porto di Granadilla, quando il vento è troppo forte e si forma troppa onda.

Dopo essere usciti sia al Medano che alla Jaquita, il vento si orienta troppo da est e rinforza solo oltre Playa America. Seguendo la nostra esperienza e qualche suggerimento individuiamo (anche tramite google earth), uno dei pochi spot in cui è possibile uscire con quella condizione, la Caleta a circa 25 km dal Medano.

Il vento è abbastanza off shore (soprattutto al mattino) ma poi gira verso ora di pranzo e diventa sufficientemente side per consentire un’uscita in sicurezza e con poca onda.

I parcheggi in generale non sono mai facili e spesso è necessario scaricare l’attrezzatura per andare a parcheggiare l’auto nelle vicinanze, per cui si tratta di spot impossibili se si è soli.

Abbiamo individuato anche altri spot, anche se questi si trovano spesso in spiagge protette da frangiflutti in cui è possibile navigare solo in mare aperto, dovendo fare molta attenzione a non scarrocciare per non perdere il contatto con la bocca d’ingresso.

In una delle giornate di scaduta sono riuscito anche a fare una divertente uscita con un sup wave noleggiato presso il Godzilla surf shop del Medano. Il sup è meno praticato a playa de las Americas (probabilmente per la difficile convivenza con i surfisti) ma garantisce ottime session al Cabezo e al Medano nelle poche giornate senza vento.

Tenerife a mio parere rimane un posto molto bello da visitare e dove sostare in inverno per godere del clima caldo senza dover affrontare viaggi ben più impegnativi e costosi. Tuttavia non ritengo sia un posto adatto a chi sta iniziando la pratica del foil perché ha pochi spot e il vento spesso è furioso e richiede esperienza e attrezzature piccole (sia vele che foil). I fondali però negli spot principali sono sabbiosi e, a patto di uscire nelle poche giornate giuste, ciò facilita anche chi volesse imparare. La presenza di onde costanti e spesso lisce a Playa de las Americas e ancora più di misura nella costa nord, rende questa meta davvero interessante per chi come me pratica sia sport da vento che surf o sup.

Non da ultimo, se si sa scegliere e si evitano i posti turistici (magari prendendo la macchina e allontanandosi un po’), si mangia benissimo e a prezzi ragionevoli! Noi abbiamo mangiato fuori spesso, sia nei Guachinches (le nostre “fraschette”) sia in qualche trattoria (al mare e verso la montagna), sia infine nell’ottima pizzeria Wairua di Mauro (la miglior pizza italiana dell’ isola)!

Se state cercando una destinazione che offra una varietà di paesaggi e attività, Tenerife è sicuramente il posto giusto e noi siamo pronti a tornarci presto!